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VORREI TANTO GRIDARVI “NON ANDATE VIA DAL SUD…” (di Rita Bellanca)

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Ottobre, marzo, luglio sono i mesi deputati alle sessioni di laurea. Quante foto delle nostre giovani menti invadono i social con su scritto: “Ce l’ho fatta!”. Un grido che i ragazzi vorrebbero venisse udito dal mondo intero, un grido liberatorio, un lungo sospiro di sollievo per i sacrifici sostenuti e per il gran traguardo raggiunto. Quante attese, quante speranze, quanti sogni.

Quanti di loro ho visto dentro il pancione delle mamme, nelle carrozzine, con grembiule e fiocco, contenti dopo gli esami di terza media ed esultanti dopo quelli di maturità. Molti decidono di andare ad iscriversi alle Università del nord, altri – forse la minoranza ormai – rimangono in Sicilia. Ci fanno partecipi dei loro sforzi per superare le materie, della loro gioia quando ne superano qualcuna un po’ più ostica, e poi l’immancabile foto col libretto universitario in cui vengono annotate dai professori tutte le materie sostenute. È finita! Si è giunti al capolinea, si diventa dottori. C’è chi continuerà con la laurea magistrale, c’è invece che si fermerà alla triennale e comincerà a cercare lavoro. Decisioni soggettive e per nulla biasimevoli.

A quanti di loro avrei voluto dire: “Perché l’Università del nord? Le nostre sono altrettanto buone!”. Ma è vero, indubbiamente, dal punto di vista burocratico/amministrativo, il nord è più all’avanguardia rispetto al sud… ma non dal punto di vista della preparazione dei docenti. Lasciatemelo dire, i nostri non li batte nessuno!

A quanti di loro vorrei poter dire: “Bene, hai fatto la tua esperienza al nord, ora investi nella tua terra!”. Altrettanto vorrei poter dire a chi ha preferito studiare in Sicilia: “Non andare via, la nostra terra ha bisogno di te!”.

Ma come si fa? Cosa offre la nostra terra alle nostre giovani menti? Cosa ha offerto la nostra terra alla nostra generazione se non sussidi, lavoro nero, quei pochi contratti di lavoro a tempo determinato? Pochissime risorse e pochissime occasioni. E noi continuiamo a dilaniarci: quelli che siam rimasti contro quelli che sono andati via. Ogni situazione, si sa, è soggettiva, in entrambi i casi sono decisioni (prese o da prendere) che ruotano attorno a tante cose. Ognuno di noi, valutandone i pro ed i contro, ha preso la propria decisione, giusta o sbagliata che si ritenga essere (deve importare a noi, non certo al resto del mondo).

Ma quali argomenti adottare per convincere i nostri giovani a non andare via? Io gli argomenti li ho esauriti tutti, perché facilmente “smontabili”: quando non si ha la possibilità di mettere in pratica ciò per cui hai tanto sudato è inevitabile che la mente corra altrove. Quando ci si accorge che ai ragazzi, i nostri ragazzi del sud, vengono offerte opportunità che il sud non gli avrebbe offerto mai, cosa proporre?

Di contro, come far capire loro che probabilmente ciò che gli viene offerto al nord potrebbero trovarlo anche in Sicilia, magari insistendo un po’ di più, informandosi meglio, non pensando subito al fatto che quaggiù prevalgano sempre i raccomandati? (non sempre, ma spesso aggiungo io). Si è talmente disillusi ormai che anche se qualche opportunità ci viene posta proprio davanti agli occhi si sceglie la via più snella… non la più facile, capitemi, di facile non c’è proprio niente.

Uno sfogo amaro il mio, in barba all’ottimismo che da sempre mi contraddistingue, ma vedere tanti nostri “figli” lasciare il paese, la Sicilia, gli affetti, gli amici e, perché no, anche le speranze, mi rode tantissimo. Giovani che vorrei si esprimessero proprio qui, nel nostro territorio, giovani che valgono, che valgono tanto, che hanno tanto da dire e da dare, menti brillanti che ci lasciamo scappare, che non potremo più riafferrare. Eccome se mi rode!

Vorrei tenervi tutti qui, come avrei voluto tenere qui parenti ed amici, vorrei che Casteltermini tornasse ad essere un paese con 15.000 abitanti, con le industrie attive, le fiorenti attività commerciali, coi giovani pieni di ardore e di speranza, con le strade brulicanti di pedoni e poche auto, col passeggio ininterrotto lungo i corsi dal lunedì alla domenica. Vorrei farvi vivere Casteltermini così come l’ho vissuta io, spesso ve la descrivo… ma non potete capire, avete ragione. Vorrei la Sicilia terra fiorente, isola “caput mundi”, piena di turisti (soddisfatti…), e soprattutto vorrei una SICILIA LEGALE, MERITOCRATICA, che sapesse dare a ciascuno di noi ciò che meritiamo: opportunità, lavoro e sogni… quei sogni che ci ha rubato e che non riesce a restituirci.

Ed eccovi lo sfogo amaro di una sognatrice delusa!

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